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L'insostenibile leggerezza del rischio

Il Blog di Andrea Rotella

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Postilla » Sicurezza » Il Blog di Andrea Rotella » Igiene e sicurezza del lavoro » Cellulare, auricolare e codice della strada

5 giugno 2014

Cellulare, auricolare e codice della strada

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Se una cosa è sbagliata, è sbagliata. Anche se permessa dalla legge, se una cosa è sbagliata, resta sbagliata. E questo riguarda, in particolare, la sicurezza, campo nel quale un comportamento lecito può comunque essere un comportamento rischioso.

Per dirla in altre parole, sfido chiunque a trovarmi la differenza sostanziale tra un incidente in autostrada andando alla velocità di 129 km/h o andando a 131 km/h! Volevo parlarvi proprio di cose della strada. Ieri, mentre mi accingevo ad attraversare la strada sulle strisce pedonali, per poco non venivo investito da una macchina. Difatti, un cocchio motorizzato che sopraggiungeva, al termine di una brusca frenata, invadeva le strisce e la porzione di italico territorio sul quale un istante prima si trovava il mio gracile e grazioso corpicino, e solo un poderoso scatto di reni ha impedito che il vostro affezionato blogger venisse trasformato in un ammasso di nutella sanguinolenta spalmata su una croccante fetta di asfalto.

Dopo aver augurato al vetturino di campare altri cent’anni (di cui almeno 99 col singhiozzo), mi accorgo che il tipo stava cercando di asfaltare il sottoscritto mentre era impegnato in conversazione telefonica con tanto di auricolare. Il codice della strada, come noto, lo consente:

Art. 173, comma 2: « È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all’articolo 138, comma 11, e di polizia. È consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani)». 

Ah beh, certo… L’importante è che entrambe le mani siano libere e che lui ci senta bene. Purtroppo, molte persone inferiscono e si convincono che, poiché la norma lo permette, evidentemente, con queste accortezze, il comportamento alla guida è sicuro. «E allora perché non è vietato?». Questo è quello che mi sento chiedere durante i corsi di formazione che faccio ai lavoratori che usano la macchina come strumento di lavoro. La tragedia è che ritengo che non sia vietato perché chi ha scritto quella norma lì nel 2002 (le seguenti ipotesi non sono mutuamente escludenti):

  1. non aveva un cellulare;
  2. non aveva una macchina;
  3. non aveva una vita sociale,

e non si rendeva conto che il problema non è avere le mani e le orecchie impegnate, ma il cervello.

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha stimato che negli Stati Uniti la distrazione è responsabile del 25% degli incidenti accertati dalla polizia (Ranney, Mazzae, Garrott, & Goodman, 2000; Wang, Knipling, & Goodman, 1996). Per dire, in Italia, secondo l’Istat, la guida distratta e l’andamento indeciso sono la causa del 16.6% degli incidenti avvenuti nel 2012 (tra l’altro questa è la prima causa di incidente – pag. 10 – non la velocità) Caird, Scialfa, Ho, & Smiley (2005), basandosi sui dati di 18 studi, stimano che l’uso del cellulare alla guida aumenta il tempo di reazione in situazioni critiche (che poi sono quelle dove ti serve la massima attenzione) di 0,23 secondi (N.B.: altri studi – H.Alm & L.Nilsson “The effect of a mobile telephone task on driver behaviour in a car following situation”, Acc.Anal.Prev. 27, 707-715 (1995) – affermano che invece si aggiri intorno a 0,6 secondi. Gli 0,23 secondi citati sono il dato più ottimistico che ho trovato). E, tra l’altro, non c’è alcuna differenza che si usi l’auricolare, il vivavoce o si tenga il telefono in mano. Il problema, il vero problema è l’impegno cognitivo richiesto dalla conversazione telefonica.

Del resto, non per dire, ma perché quando io andavo a scuola con l’autobus non potevo parlare al conducente e ora sì, purché abbia il suo numero di telefono? 0,23 secondi, non so se vi rendete conto… e questi sono valori medi dei tempi di reazione… Se ti limiti a parlarci al telefono… perché se quello scrive un sms, mediamente distoglie per 5 secondi di fila lo sguardo dalla strada. «Vabbeh», direte voi, «stai facendo tutto ‘sto casino per 0,23 secondi… Cosa vuoi che siano rispetto all’eternità».

Premesso che proprio l’eternità era quella che mi aspettava se non mi fossi scansato, faccio due conti… se quello andava a 40 km/h, vuol dire che percorreva 11,1 metri ogni secondo. Considerate che il tempo di reazione di una persona attenta alla guida è di  almeno 1 secondo (avete capito: 1 secondo), per cui dal momento in cui mi ha visto sulle strisce e ha deciso (bontà sua) che non dovevo morire, è passato un secondo nel quale ha percorso  11,1 metri. Siccome il tipo stava parlando al cellulare dovete aggiungere 0,23 secondi cioè altri 2,6 metri….

Dopodicchè è iniziato quel fenomeno fisico che si chiama attrito e che gli doveva consentire di dissipare l’energia cinetica posseduta dalla macchina, cioè la frenata. A 40 km/h, strada asciutta, sono altri 16 metri. Totale: fanno 29,7 metri… che faccio lascio e glieli incarto? Considerando che ha invaso le strisce pedonali e si è fermato oltre il punto in cui mi trovavo un istante prima, avete capito perché me la prendo per quei benedetti 0,23 secondi? Giusto, giusto i 2,6 metri che si è mangiato parlando al cellulare…

Letture: 24650 | Commenti: 11 |
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11 Commenti a “Cellulare, auricolare e codice della strada”

  1. ugo fonzar scrive:
    Scritto il 5-6-2014 alle ore 17:00

    Nicola Canal docet!
    Grazie Andrea!

  2. Cellulare, auricolare e codice della strada | studioFonzar's Blog scrive:
    Scritto il 6-6-2014 alle ore 00:17

    […] Se una cosa è sbagliata, è sbagliata. Anche se permessa dalla legge, se una cosa è sbagliata, resta sbagliata. E questo riguarda, in particolare, la sicurezza, campo nel quale un comportamento lecito può comunque essere un comportamento rischioso. continua qui… […]

  3. Roberto scrive:
    Scritto il 6-6-2014 alle ore 00:23

    Bella esamina.
    E dico, per fortuna che c’è l’attrito che ci permette di usare l’auto (se non ci fosse l’attrito potremmo usare la ruota come la usano i criceti … gira che ti gira ma rimani sempre lì) e che ti ha salvato la pelle visto che non pioveva!
    Grazie attrito!
    Grazie Andrea!

  4. Gianfranco scrive:
    Scritto il 6-6-2014 alle ore 08:16

    Evviva la vecchia meccanica newtoniana che ci consente di godere, anche per il futuro, della bella testa di Andrea Rotella!

  5. fabrizio - L14 scrive:
    Scritto il 6-6-2014 alle ore 11:05

    giustamente il dr. Rotella evidenzia la situazione di una “legge ingiusta”.
    perlomeno nei termini di liceità dell’uso del “vivavoce”: conversare al telefono mentre si guida, è noto, che il conducente del mezzo non ha l’attenzione necessaria alla guida proprio perché la mente in parte è impegnata nel conversare.
    è forse il caso di dire che la lobby dei produttori abbia condizionato il legislatore ?
    meditare, prego.

  6. Gerry, scrive:
    Scritto il 8-6-2014 alle ore 09:43

    Sono perfettamente d’accordo e non potrebbe essere altrimenti occupandomi (sul serio) di sicurezza aziendale. Detto ciò, senza nulla togliere alla persona, ma temo che un “gracile e grazioso corpicino”, non permetta di effettuare un “poderoso scatto di reni”. Appare un ossimoro, o no?.
    Cordialmente.
    Gerry

  7. Nicola Canal commenta l’articolo su postilla di Andrea Rotella | studioFonzar's Blog scrive:
    Scritto il 10-6-2014 alle ore 20:57

    […] Andrea (e ciao Ugo), complimenti per il tuo articolo sull’uso del cellulare in auto. Dicevo a Ugo che io mi sto battendo e sbattendo da quasi […]

  8. Giampaolo scrive:
    Scritto il 17-6-2014 alle ore 18:50

    Salve, forze esco fuori tema,ma la sua lezione di oggi in sede italgas ,riguardante la sicurezza sul lavoro e’ stata molto interessante.senza alcun dubbio LEI ha il dono dell’insegnamento e non annoia affatto. Saluti

  9. ugo fonzar scrive:
    Scritto il 17-6-2014 alle ore 22:01

    penso sia il più bel complimento si possa ricevere!
    bravo Andrea! :)

  10. mario scrive:
    Scritto il 22-4-2015 alle ore 09:55

    I fattori da esaminare sono tanti e se aggiungiamo i 0,23 secondi tutto diventa fatale e allora perche non si fa più attenzione ad attraversare ? Magari non usare il cellulare quando si scende dal marciapiedi ne va della tua vita

  11. Andrea Asnaghi scrive:
    Scritto il 10-11-2017 alle ore 10:40

    Ammiro come sempre la tua linearità logica.
    In particolare sul sillogismo che erroneamente abbina lecito/sicuro, che è in fondo la tua riflessione.
    Ma giusto per provocare un po’ pongo ulteriori chiacchiere (senza distintivo) .

    a) se non tutto ciò che è lecito e sicuro, è altrettanto vero che non tutto ciò che è illecito sia insicuro.
    ma siccome per il legislatore o il giudice è difficile usare il mero buonsenso (talvolta pare purtroppo impossibile) si mettono dei limiti.
    Con il che si rischia di raddoppiare le cautele talvolra quasi all’ingessamento o di sanzionare talvolta a vuoto.

    b) il telefonino non è necessario (o forse sì, decidiamolo una volta per tutte: perché un datore di lavoro che vieta il cellulare in azienda – per me cosa legittima – passa per “fascista”).

    c)Accortezza vorrebbe che mentre si guida si stesse ben attenti, il che comporta ANCHE
    – il far andare a piedi partner (notare che non faccio distinzioni di genere, anche se sarei tentato) e figli, specie se piccoli o adolescenti ingrati;
    – evitare l’ascolto di radio (specie radiogiornali e talk show, in particolare sotto elezioni) e per i melomani come me l’ascolto di brani musicali, specie live in cui dire “c’ero anch’io” mimando il gesto della Fender Stratocaster;
    – estirpare fisicamente il navigatore satellitare, specie quando insiste a mandarti dove ci sono lavori in corso;
    – fumare, mangiare, bere, masticare caramelle e chewing gum che fanno saltare le otturazioni o rilevano carie incipienti provocando fitte improvvise.

    Però … IL problema sono i cellulari,
    il problema sono i 70 all’ora in punti in cui la sicurezza non c’entra (ma le casse del Comune sì), il problema è la mancanza del pezzo di carta del colore giusto apparso sulla cartina di tornasole.

    Non voglio sminuire di una virgola il senso di quanto scrivi, Andrea, e in fondo volevo anche sorridere un po’, però dateci o regole o buonsenso, perché con regole + buonsenso + escamotage per fare cassa (si legga: sanzioni a muzzo)tutte insieme l’uomo … somatizza.:-)

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